18 Novembre 2024

Whistleblowing per le PMI

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Il ruolo chiave del Whistleblowing per le PMI nelle investigazioni aziendali

Il concetto di whistleblowing ha radici storiche profonde e trova esempi celebri in vicende che hanno segnato la politica e la società globale.

Uno dei casi più noti è quello di Daniel Ellsberg, che nel 1971 passò documenti segreti del Pentagono al New York Times, rivelando la verità nascosta dal governo statunitense sulla guerra in Vietnam. Questo episodio sollevò una forte presa di coscienza sulla necessità di tutelare i whistleblower, i segnalatori che con il loro coraggio decidono di mettere in luce verità scomode.

Grande rilievo ebbe lo scandalo Watergate del 1974, che portò alla caduta del presidente Nixon e scosse profondamente l’opinione pubblica mondiale. Questi esempi mostrano come il whistleblowing non sia una pratica solo recente, ma un fenomeno radicato nel tempo, che ha mutato la sua forma per adattarsi alle esigenze delle organizzazioni moderne.

Anche nelle piccole e medie imprese (PMI), il whistleblowing rappresenta oggi un elemento cruciale per garantire l’etica e la trasparenza all'interno del contesto aziendale.

  • Che cosa si intende per whistleblowing?
  • A cosa serve il whistleblowing?
  • Cosa prevede la normativa italiana sul whistleblowing?
  • Whistleblowing: gli obblighi delle PMI
  • Cosa rischia una PMI se non si adegua?
  • Whistleblowing: i vantaggi per le PMI

Che cosa si intende per whistleblowing? 

Il termine whistleblowing deriva dall’inglese, traducibile come "soffiatore di fischietto", e fa riferimento alla scelta di una persona, il whistleblower, che decide di segnalare un illecito o un’irregolarità all’interno dell’organizzazione di cui fa parte o con cui collabora. Questo individuo può essere un dipendente, un consulente, un fornitore o anche un soggetto esterno che, attraverso la propria funzione o posizione, è venuto a conoscenza di un comportamento scorretto o illegale.

Le segnalazioni possono includere casi di corruzione, discriminazione, molestie sul lavoro, violazioni dei diritti umani, o anche cattiva amministrazione. Nel tempo, il concetto di whistleblowing si è evoluto, passando da segnalazioni spontanee legate a vicende politiche o sociali a un vero e proprio sistema integrato nelle strutture aziendali, con normative che disciplinano le procedure applicative e proteggono chi decide di segnalare.

Inoltre, il whistleblowing non riguarda solo la segnalazione di illeciti evidenti, ma anche il monitoraggio costante delle attività aziendali per prevenire situazioni potenzialmente dannose per l’azienda e i suoi stakeholder. Le segnalazioni possono contribuire a costruire un ambiente più etico, riducendo i rischi di danni reputazionali e legali.

A cosa serve il whistleblowing? 

Il whistleblowing è uno strumento chiave per garantire la trasparenza all’interno delle aziende e delle organizzazioni. Permette ai dipendenti e alle parti interessate di segnalare comportamenti illeciti o dannosi, proteggendo sia l’azienda che l’interesse pubblico.

Grazie a un canale anonimo, il whistleblower può segnalare in sicurezza, senza temere ripercussioni o discriminazioni. In un contesto aziendale, le segnalazioni possono riguardare questioni come l’uso improprio dei dati, la sottrazione di know-how o violazioni dei brevetti. Questi comportamenti, se non individuati tempestivamente, possono avere conseguenze gravi sia a livello economico che reputazionale per l’azienda, oltre a responsabilità in capo al board.

L’adozione di sistemi di whistleblowing consente alle aziende di individuare e correggere comportamenti scorretti prima che si trasformino in veri e propri scandali o reati. Inoltre, favorisce la cultura della responsabilità, promuovendo un ambiente lavorativo più trasparente e rispettoso delle regole.

Cosa prevede la normativa italiana sul whistleblowing?

In Italia, la normativa sul whistleblowing è regolata dal Decreto Legislativo 24/2023, entrato in vigore a marzo 2023. Questa legge obbliga tutte le organizzazioni pubbliche e private con più di 50 dipendenti a dotarsi di un sistema di gestione delle segnalazioni.

Le aziende devono implementare una piattaforma informatica che consenta ai dipendenti di effettuare segnalazioni anonime di illeciti o pratiche scorrette. L'obiettivo è garantire la protezione del segnalante, impedendo ritorsioni e promuovendo un ambiente lavorativo sicuro. Questo decreto rappresenta un adeguamento agli standard già adottati da Paesi come Germania, Francia e Regno Unito, che da tempo hanno sviluppato normative avanzate in materia di whistleblowing​.

Oltre a essere una misura di tutela per i segnalanti, la normativa italiana riflette la crescente attenzione verso i principi di compliance e governance, che oggi sono indispensabili per ogni realtà aziendale, indipendentemente dalle dimensioni.

Whistleblowing: gli obblighi delle PMI 

Le PMI italiane con più di 50 dipendenti sono obbligate a dotarsi di una piattaforma software per la gestione delle segnalazioni, garantendo così un canale anonimo attraverso il quale dipendenti e collaboratori possono denunciare illeciti. L’adozione di questi sistemi richiede un investimento minimo ma che porta numerosi vantaggi in termini di sicurezza e trasparenza. Le piattaforme permettono di tracciare le segnalazioni, assicurando che esse vengano gestite in modo conforme alla normativa.

Per le PMI, questo obbligo rappresenta non solo una sfida, ma anche un’opportunità. Implementare un sistema di whistleblowing può rafforzare la credibilità dell’azienda agli occhi di clienti e partner commerciali, soprattutto in settori dove la compliance è cruciale per mantenere o ampliare la propria presenza sul mercato.

Cosa rischia una PMI se non si adegua? 

Le PMI che non si adeguano alla normativa sul whistleblowing rischiano di essere penalizzate in diversi ambiti. Prima di tutto, possono subire una perdita di competitività: la compliance e i rating ESG (Environmental, Social, Governance) sono sempre più importanti per ottenere finanziamenti, accedere a nuove opportunità di business e mantenere rapporti commerciali.

Le banche, ad esempio, sono più propense a concedere crediti ad aziende che dimostrano di essere in regola con queste normative di compliance internazionale. Inoltre, la mancata adozione di sistemi di whistleblowing può esporre le PMI a rischi legali e reputazionali, che potrebbero comportare sanzioni e danni d’immagine.

In un contesto globale sempre più orientato alla trasparenza e alla sostenibilità, le PMI devono considerare la compliance non solo come un obbligo, ma come un'opportunità determinante per la loro sopravvivenza e crescita nel mercato.

Whistleblowing: i vantaggi per le PMI 

L’adozione di un sistema di whistleblowing non solo aiuta le PMI a essere conformi alla normativa, ma porta anche vantaggi economici significativi. Prevenire illeciti come la sottrazione di know-how o l’uso improprio dei dati riduce anche i rischi finanziari per l’azienda. Secondo studi di settore, le aziende che adottano pratiche efficaci di whistleblowing possono ridurre perdite fino al 7% del loro fatturato, tutelando così il loro core business. Inoltre, implementare questi sistemi permette di migliorare la reputazione aziendale e di attrarre nuovi clienti e partner.

In un mercato sempre più attento agli standard di sostenibilità e trasparenza, l’adozione di pratiche etiche come i modelli organizzativi 231 e l’adeguamento al GDPR, possono fare grande differenza, soprattutto per quelle PMI che vogliono distinguersi e competere con realtà più grandi e strutturate, che sono parte fondamentale della supply chain.